La giornata decisamente fredda non ci scoraggia e si parte per la tradizionale passeggiata digestiva di Pasquetta. Non siamo mai stati dei gran mangioni ma il pasto è stato comunque generoso e caloroso e gli sbadigli sono in agguato per cui può fare solo bene un po’ di aria opportunamente bardati con sciarpe e copricapi vari. Per quest’anno anche Elvio si deve contentare del “cavallo di San Francesco” ed affronta di buona lena il percorso ad ostacoli attraverso i sentieri del bosco interrotti dal crollo di numerosi alberi dovuto alla tempesta di vento del mese scorso. Silvio si impegna nello scavalco incoraggiato dagli incitamenti del gruppo cercando sempre l’aiuto di babbo Peppe, Peppe, Peppe e la vicinanza di Letizia finché provato e stanco comincia a chiamare mamma, mamma, mamma, tirando per allungare il passo e tornare alla Valletta. Anche un cinghialone nero ha provato ad unirsi alla passeggiata prendendo la rincorsa dalla cima di una collinetta… poi per fortuna ci ha ripensato ed ha attraversato più alla larga andando per i fatti suoi; Peppe tutto sommato si è spaventato di più per l’incontro con due cani sciolti che per quello con il cinghiale. Alla casa la poltrona (portata di sotto con la scusa che può servire per la piccola Sofia), ha accolto in un confortevole abbraccio il sonno di Luciano che vi si è rintanato coperto dal giacchetto per maggior cura ed ha accompagnato con il suo regolare e ritmato respiro le chiacchere delle tre donne rimaste. Abbiamo poi dovuto mettere un numerino come alla Coop per prenotare una mezz’oretta sulla poltrona; mi sa che Bruno ha ragione quando parla di attrezzarsi sullo stile di Villa Arzilla – qualche anno fa – attualmente Villa Serena …e speriamo di non scivolare su Villa Quieta.