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Viaggi - Val di Fassa 2012

 

POZZA DI FASSA

… Tanto prima o poi spiana

Domenica 19.8.2012

Il sonno di Riccardo, tramortito al finestrino, ci ricorda che sono appena le sei, mentre Silvio è schizzato su dal letto non appena sentiti i primi rumori per casa e continua a ripetere “bruuum, bruuuum” dimostrando la sua impazienza per salire in macchina. Solito quarto d’ora di ritardo accademico per Luciano e …….via! Si parte! Ci lasciamo alle spalle le case e i letti tiepidi di sonno insieme a tutto ciò che eventualmente abbiamo scordato. La giornata si promette già calda, rosse pennellate strisciano il cielo dietro Radicofani mentre scendiamo la montagna diretti all’autostrada. Fortuna che abbiamo dato retta ad Elvio per l’orario di partenza, perché dalle dieci cominciamo a procedere a singhiozzo fino a Trento Sud per via dell’intenso traffico; ci consola il verde paesaggio, le gole, il fiume Po e poi l’Adige, le vigne ed i frutteti carichi di mele che scorrono accanto all’autostrada con i loro regolari filari. Ci fermiamo prima delle due in un bar per un veloce spuntino e Riccardo sottolinea la piacevole stranezza della sua prima vacanza con Peppe e famiglia. Facciamo tana all’Hotel Touring un po’ provati dal viaggio così ci disperdiamo nelle rispettive, accoglienti camere dove i più riescono a schiacciare un pisolino. Mariangela e Letizia ci rinunciano e santificano la festa per tutti andando a Messa mentre il resto del gruppo girella senza fretta in paese. Una lauta cena ci riconcilia definitivamente con la giornata mandando all’aria tutti i buoni propositi di dieta fatti.

Lunedì 20.08.2012

Gardeccia - Catinaccio Non pensavamo di trovare tutta questa gente in partenza per le escursioni in alta quota, invece la fila per la navetta è molto lunga e anche il parcheggio è pieno. L’autista del pulmino, ribattezzato Schumacher da Peppe, si è inerpicato ad andatura sostenuta sullo stretto sentiero apparentemente a senso unico, solo una volta ha dovuto fare marcia indietro fino allo slargo per il passaggio di un’altra navetta. Come stabilito a tavolino il gruppo si divide in 3: “gli strenui passeggiatori” (Giovanni, Ivana, Riccardo, Luciano, Letizia, Elvio), “i passeggiatori moderati” (Peppe, Daniela, Mariangela) “i pantofolari” (Angela, Silvio, Moreno e Enio). Tra una cosa e l’altra sono già le undici - ancora dobbiamo prendere le misure per l’organizzazione più efficace - ma non siamo gli ultimi, infatti continuano ad arrivare ondate di gente di tutte le età, intere famigliole anche con bimbi molto piccoli e diverse persone con cane al seguito che, nel giro di pochi minuti, si disperdono nei vari sentieri. Nonostante i 2000 mt. di altitudine fa molto caldo al sole (ce ne accorgeremo soprattutto stasera dai visi a lampara e dallo stacco di colore nelle braccia e nelle scollature), infatti i torrenti sono in secca anche se i prati brillano di un bel verde fresco. Genziana e genzianella la fanno da padrone ma sono tante le varietà di fiori che possiamo ammirare. Verso l’una un rombo di pale meccaniche ci fa alzare gli occhi al cielo e proprio vicinissimo a noi atterra l’elicottero del 118 così che possiamo assistere in diretta all’operazione di soccorso che si svolge nelle vette del Catinaccio. Rifocillati dai panini gli avanguardisti ripartono per il secondo percorso della giornata, come pure il gruppo di mezzo a cui si aggiunge un elemento – Silvio – ma appena cinque minuti dopo lo riportano alla base perché impaurito dalla salita e dai sassi. Verso le quattro nuvolaglie che si addensano minacciose convincono tutti ad un pronto rientro alla base in tempo per evitare il temporale.

Martedì 21.08.2012

La giornata comincia con gli auguri a Daniela per il suo …tatreesimo compleaano (anche se festeggerà domani sera insieme ad Elvio). Angela e Silvio passano il giro e rimangono all’albergo anche se Silvio protesta tutta la mattina perché vuole Peppe, Peppe, Peppe… Il gruppo dei camminatori procede compatto per un buon tratto, poi i “moderati” ritornano indietro mentre gli “avanti a tutti i costi” proseguono alla volta del labirinto di Latemar, una serie di massi enormi che vanno scavalcati o aggirati camminando su un pietrisco poco stabile e in salita, ottimo però per mettere alla prova quello che è diventato il tormentone di queste vacanze “tanto tra un poco spiana”, e pensare che Max l’aveva consigliato come un percorso facile!!!. Nel pomeriggio Giovanni recupera Angela e Silvio per una visita al Lago di Carezza che nonostante la secca mostra ancora il suo splendido colore verde smeraldo. I più volenterosi fanno il giro attorno al Lago convincendo anche Silvio a seguirli per poi trovarsi tutti davanti a un bel gelato offerto da Daniela. Intoniamo il classico “tanti auguri a te” sostituendo la candelina con l’accendino per esprimere un desiderio. A sera il labirinto fa sentire tutto il suo peso così anziché ciondolare da una parte all’altra … mettiamo a letto i camminatori. Ci sveglia durante la notte una salva di tuoni e lo scroscio torrenziale della tanto attesa pioggia.

Mercoledì 22.08.2012

Oggi tocca ad Elvio ricevere le tirate di orecchie e gli auguri di tutta la compagnia. Breve consulto e ci incolonniamo in direzione del lago di Fedaia da cui saliremo in cabinovia fino al ghiacciaio della Marmolada. Il percorso attorno al lago, quieto al riparo della diga e delle alte montagne che lo circondano, è adatto anche per Silvio e per il gruppetto di mezzo. Peccato che la cabinovia è fuori servizio a causa del temporale di stanotte, aperta la cartina sul cofano viene studiato un percorso alternativo: si scende dal versante veneto per aggirare l’ostacolo e arrivare comunque al ghiacciaio della Marmolada. Anche Mariangela, dapprima titubante, arrischia il tutto per tutto e sale. Le oscillazioni della cabina e la parete rocciosa che si avvicina in maniera impressionante fanno venire il batticuore come pure lo strapiombo visibile da una grata all’arrivo. Pranzo alla malga e relax su scivoli e giochi vari, il ristoratore fa assaggiare la grappa artigianale a Letizia e Ivana, ma a giudicare dai discorsi sconclusionati lui ha cominciato gli assaggi già di prima mattina. Sulla strada del ritorno Peppe e Letizia si fanno scendere per percorrere a piedi gli ultimi 4 Km di strada, sotto un cielo sempre più nero e qualche gocciolone in arrivo. Proviamo a dissuaderli senza successo ma più ci avviciniamo a Fassa e più aumenta l’intensità della pioggia che cade giù a rovesci. Fortuna per loro che Luciano si muove a compassione e va a recuperarli prima che si fradicino completamente.

Giovedì 23.08.2012

Lago di Lusia - “Max-il-temerario” (ancora non sa che banda si porta dietro), lascia la livrea di maitre e si offre volontario come capo-branco per una escursione ai laghi. Hanno aderito alla gita organizzata dall’Hotel Touring: “Riccardo-meglio-che-i-Malavoglia” (il libro l’ha portato ma ogni scusa è buona per rimandare la lettura), “Giovanni-risparmio-il-fiato-e-arrivo”, “Ivana-duracel” (non finisce mai la carica), “Mariangela-stoica” (piuttosto che arrendersi va anche ginocchioni), “Elvio-facciamo-ancora-una-tappa” “Letizia e Luciano-andate-avanti-voi-che-a-noi-ci scappa-da-ridere”. Peppe, Silvio, Daniela e Moreno si fanno consigliare un itinerario più soft che dovrebbe partire dalla farmacia di Vigo, in pratica sbagliano direzione e si lasciano alle spalle ben 2 farmacie e un pronto soccorso del circondario prima di ritrovarsi nei pressi dell’Hotel e rientrare al termine di due orette buone di passeggiata. Il pranzo oggi è solo per noi dato che la maggior parte degli ospiti è al seguito di Max. Secondo lui un’oretta e mezza facile, anche se un po’ in salita, basta per ammirare i 3 laghetti di acqua limpidissima dove Elvio, emulo di Max, non resiste ad immergere i piedi facendo scappare tutti i pescetti e provocando una nube sfrigolante di vapore dopo la faticosa pettata di oltre 2 ore di cammino. Vengono avvistati vari animali: la marmotta, il falco, la poiana, cavalli, scoiattoli, un topino intento a mangiare un fungo e poi rododendri, muschi e licheni, crocus, genziane, mirtilli e lamponi ma nonostante l’incanto della natura Mariangela accusa il colpo: rossa come un peperone, col fiato corto e le gambe che si rifiutano di fare un altro passo; nonostante tutto non demorde e impegna tutta la sua tigna per riprendere il cammino. Il sentiero stretto, a volte strettissimo, in discesa, costringe ad una andatura a zig, zag che moltiplica i chilometri e fiacca la resistenza della nostra “senior”. Per ben tre volte chiede a Max “Quanto manca?”, per ben tre volte lui risponde “20 minuti” guadagnandosi così un “bugiardo!!!! A te ‘un ti dò più retta, se me lo dici un’altra volta ti tiro stì bastoni”. Camminando rasente alla parete rocciosa per via dello strapiombo i nostri guadagnano finalmente la baita, deliziosa e particolare per la presenza di attrezzi e arredi molto vecchi, con tanto di manichini in costume tradizionale. “Si torna per la lunga o tagliamo per la pista?” domanda Max a Mariangela “Come vu’ volete” risponde l’interpellata guadagnandosi il rispetto del gruppo. …Si prende per la corta arrivando trafelati e quasi ruzzoloni alla méta. Un applauso scrosciante per Mariangela che ha portato in fondo il percorso. Cena tradizionale con polenta in tutte le salse e altri cibi tradizionali, un energetico parampampoli poi, stanchi ma felici, tutti a nanna.

Venerdì 24.08.2012

San Nicolò Quota 2011 mt. slm, le usuali, meravigliose vedute di cime rocciose su cui si inerpicano gli scuri abeti, baite e steccionate ad indicare confini e percorsi, prati di crocus e la voce vivace di un ruscello, una bella panchina all’ombra, sono il posto ideale per Moreno, Enio e Angela che salutano il gruppo diretto alle cascate. Riccardo stavolta non prosegue fino a quota 2500 mt. e ne approfitta per leggere un po’ di “Malavoglia”, la scarpinata di ieri si fa sentire su gambe e schiene ma nonostante ciò qualcuno insiste per andare oltre. Così i “5 dell’Ave Maria” si sono levati la sete col prosciutto con Luciano che è preso via come un razzo suscitando più di un sospetto: “Mica ti sarai dopato?” “No, …casomai so’ attopato”. Fra una sosta, un tira e molla e uno scambio di “ohi, ohi” con altri affaticati scalatori, sono finalmente arrivati al Passo e rifugio di San Nicolò scoprendo un paesaggio incantato: in basso la verde valle con cavalli e mucche, in alto il ghiacciaio della Marmolada, Sassopiatto e il Pordoi. La coppia, arrivata subito dopo di loro, a conoscenza del tormentone di questa vacanza, ha detto con l’ultimo filo di voce: “Tanto prima o poi spiana”. La diretta per il ritorno è sassosa, infida e scivolosa e mentre gli irriducibili stentano, il resto della Valletta è comodamente seduto nella malga davanti a un bel piatto di polenta.

Sabato 25.08.2012

MOENA Dopo tante titubanze dovute alla paura di imbottigliarsi nel traffico e al “peso” di domani per il viaggio di ritorno, decidiamo di andare a Moena dove i pantofolari possono fare un giro per la città e i camminatori un percorso, tranquillo a vedersi sulla cartina, ma un po’ meno all’atto pratico. Causa postumi dei Laghi di Lusia si è aggiunta Mariangela ai non-camminatori che approfittano dell’occasione per fare le ultime compere mentre Enio tiene il posto sulla panchina dei giardinetti dove è fissato il rendez-vous . Gli scarpinatori partono con una salita assolata e piuttosto lunga che fa esclamare ai più “Tanto prima o poi spiana… speriamo”, al termine della quale Silvio si accomoda su una panchina panoramica rifiutandosi categoricamente di riprendere il cammino. Esauriti i tentativi di ricatto qualcuno ha la felice idea di promettergli un pranzo a base di pizza; basta la parola per dargli lo slancio a ripartire già con l’acquolina alla bocca. La via del ritorno passa attraverso un bosco dove qualche lampone raccolto contribuisce a rinfrancarlo mentre si misura con l’impegnativa discesa, saldamente agguantato da babbo Peppe e appoggiato sulle spalle di Letizia. Peccato non ci sia abbastanza tempo a disposizione per provare il “percorso sensoriale”: piedi nudi su cuscinetti di muschi, pietre levigate, erba e chissà quante altre meravigliose rinfrescanti sensazioni… sarà per la prossima volta. Non appena si intravedono i giardini e la panchina dove mamma aspetta, Silvio riesce persino ad attaccare la corsa facendo sollevare in volo, spaventati, i nugoli di passerotti che si contendono i pezzetti di pane nei vialetti ghiaiosi. Finalmente tutti intorno ad una bella tavolata in una accogliente sala rivestita di legno e pareti decorate con pelli conciate, animaletti imbalsamati (poveretti)e alcune vecchie suppellettili nei colori tradizionali. Rientro in albergo, è l’ora di fare le valigie e esercitarsi con il solito tira-e-molla per l’orario di partenza. Le otto di domani mattina vedono tutti più o meno d’accordo, ci scapperà anche una breve sosta per acquistare qualche chilo delle famose mele trentine che prolungheranno il sapore e l’odore di questa vacanza una volta tornati alle rispettive case.

Domenica 26.08.2012

         

Hotel Touring Pozza di Fassa (TN)

“STATE SANI” Con questo motto augurale, la signora dell’Hotel si commiata da noi col suo sorriso aperto e gioviale con i ripetuti modi affabili al pari di quelli dei suoi familiari Cinzia e Max.  In quel volto solare in quella persona positiva raccolta nel suo costume tradizionale tirolese di pizzo nero con sprazzi d’oro, in quella espressione così inusuale: “state sani” mi è sembrato di cogliere il senso di una dimensione diversa di vita.

Non il rincorrersi frenetico del nostro ordinario ma la ponderata quiete di anteporre a tutto ed a tutti un ritmo che abbia come primo obiettivo la persona la salute la quiete.

Una vera lezione …Grazie


 

"Ho sentito la montagna parlare"

Dove vai
perché mi abbandoni
Forse perché, oggi, mi vedi con le ciglia aggrottate
col velo nero in testa
e con gli occhi gonfi
dai quali sta per sgorgare un pianto dirotto …

E’ vero
stamani sono rattristata
ma è perché stai andandotene via …
speravo tu potessi restare
e invece …

Eppure
ti ho accolto a braccia aperte
indossando i miei abiti migliori
fatti dei verdi intensi dei prati e dei boschi
dei marroni rosati delle mie rocce
dei colori sgargianti dei miei fiori odorosi
del candore dei miei ghiacciai
delle pennellate d’oro
spalmate dal sole sulle mie vette
dall’alba al tramonto

Eppure
ti ho steso tappeti preziosi
lungo i percorsi dei miei sentieri
ti ho spronato nell’immensa fatica dell’ascesa
per condurti su vette vertiginose
e mostrarti panorami indescrivibili
fatti di nevi eterne
vallate amene
picchi prodigiosi
pascoli e prati ombrosi
laghi silenziosi
trasparenti di acqua nitida e fresca
fiumi, cascate, torrenti e ruscelli
che ho cercato di rianimare
dalla incombente siccità
con piogge notturne

Eppure
i pini odorosi di resina
le slanciate betulle
le campanule, le primule, le margherite,
e ancora i mirtilli, i lamponi, i funghi,
tutta la mia flora
ti ho porto in cesto argentato
perché tu, toccando con mano,
ne potessi gustare la bellezza

Eppure
ho radunato al tuo passaggio
il vigile falco
il silente, maestoso volo della poiana
lo squittio della marmotta
il timoroso sgusciar via dello scoiattolo

l’allegro sgroppare dei cavalli
coi loro puledri allo stato brado
l’operoso ruminare delle mucche
e le capre, l’asino e il pony
perché tu potessi ammirare
il loro quieto vivere
nell’equilibrato e delicato mio ecosistema

Eppure
ti ho ospitato
insieme ai tuoi amici
nelle mie baite
piene di calore e sapore;
ho rinsaldato la vostra amicizia
nelle mie dimore
di legno pregiato
e vi ho offerto
i miei piatti migliori
col sorriso
che la mia gente
ha riflesso nel volto
perché stampato nel cuore

… E te ne vai così …
Chissà se mai tornerai …

… Ed io mi volto
per un ultimo sguardo
e mi immagino di nuovo qui
tra qualche anno
per vedere riflesso
lo splendore di questi monti
negli occhi chiari
di Sofia …
Chissà !!!


Elvio 26.08.2012