diario di viaggio |
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SVIZZERA - Interlaken (20-24 Agosto) |
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20 agosto Piancastagnaio-Interlaken |
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Sempre in meno alla partenza: Enio e famiglia a smaltire calcoli di ogni genere, Emanuela in Sardegna a coccolarsi le figlie, Peppe e famiglia al G.Rossa's residence come ogni anno, e gli otto rappresentanti della Valletta instradati sulla Firenze-Bologna alla volta della Svizzera. Siamo al passo del San Gottardo, mentre lentamente percorriamo la galleria, pause di silenzio sempre più lunghe avvolgono gli occupanti delle due auto e il peso delle tonnellate di roccia sovrastanti si fa sentire alla bocca dello stomaco. Ai 10 km. sembra già passata un’eternità e ne mancano ancora 7, solo Riccardo sembra non farci caso e inganna il tempo contando le luci una ad una: 40 ogni chilometro, come ha provveduto ad informarci. Appena passata la frontiera con la Svizzera breve sosta per il "pranzo al sacco" completo di plaid sul prato. Arriviamo alla graziosa Interlaken (posta tra i laghi di Brienz e di Thun) che sono ormai le cinque di pomeriggio dopo aver attraversato un paesaggio bucolico disseminato di splendidi laghi. Posteggiamo le macchine in un parcheggio a pagamento, per scendere le valigie all'Hotel Minerva, convinti di trovare successivamente un parcheggio libero per poi scoprire che non esistono se non con ticket. Nel visitare la città, incastonata tra le Alpi e la cima di Jungfrau (mt.4158) siamo rimasti colpiti dal grande prato verde su cui atterrano continuamente i variopinti parapendii, sembra talmente facile ed emozionante librarsi nell’aria che ci fa quasi venire voglia di provare. Nella ricerca del ristorante per la cena siamo stati consigliati da connazionali esperti che ci hanno indirizzati in un ottimo locale e noi, come i somari che riconoscono la strada per la stalla, non lo abbiamo più cambiato per tutta la durata del soggiorno. |
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21 Agosto - Svizzera - Thun e Friburgo |
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Auguri a Daniela che stava proprio spengendo la candelina sulla torta in quel di Follonica, lettura in contemporanea del biglietto di Buon Compleanno e apertura del pacco regalo. Il tempo incerto ci convince ad una escursione in città rinunciando alla montagna. Eccoci dunque al lago di Thun con tanto di castello e relativo centro storico caratteristico per le scalette con cui ci si arrampica fino all'edificio turrito. La nostra meta era Berna, ma non si sa perchè... e chi lo sa lo tace!!!! ci siamo ritrovati sulla strada per Friburgo. Dato che i morsi della fame si facevano sentire, e gli affettati spandevano un goloso profumino all'interno delle macchine, ci siamo appropriati della prima area di sosta attrezzata che ci si è presentata. L'unico occupante è stato avvicinato da Mariangela che, a gesti, ha provato a spiegare la necessità dell'apparecchiatura e dello spazio. Cosa abbia capito lo straniero non ci è dato di sapere, fatto sta che in men che non si dica si è allontanato a rapidi passi mentre la tavola fioriva di tonno, fagioli, pomodori e cetrioli dell'orto, la salsiccia e perfino un barattolo di conserva - non si sa mai - (portato per errore da Mariangela). Nella foga però la chilata di salumi appena acquistati è rimasta in macchina, trascinandosi poi fino all'ultimo giorno di gita. A Friburgo Giovanni ha provato invano a guidare il gruppo con la cartina in dotazione finendo per ammettere che non ci capiva nulla, comunque ci siamo incamminati per le via principale arrivando al Comune particolarmente abbellito da una gran varietà di fiori e alla maestosa cattedrale gotica in pietra arenaria. Proseguiamo la passeggiata in un caratteristico percorso in discesa fino ad arrivare al fiume quasi incassato in un canyon da cui ammiriamo il panorama della città a strapiombo sulla scogliera per poi renderci conto che se volevamo tornare in città ci aspettava una risalita infinita di scale. Mariangela e Moreno hanno preso la funicolare (tiè) , gli altri manca poco si prendono un infarto, e comunque in questa occasione ci siamo resi conto che "ANCHE GIOVANNI SUDA!" Una menzione a parte merita il disguido del parcheggio dove chi è andato a prendere le macchine non si è ritrovato con chi lo stava aspettando da tutt'altra parte. Una gentile signora spagnola ha provato ad aiutare i dispersi mentre Mariangela, aiutandosi a gesti, si affannava a spiegare "loro prendere macchina, loro prendere macchina" fino a quando la signora sconsolata se ne è andata e Giovanni è tornato indietro a piedi per recuperare i gitanti. |
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22 Agosto - Svizzera -Lucerna |
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Il tempo incerto ci convince ad una escursione in città, meta Lucerna. Dato che oggi Elvio finisce gli anni, Letizia e Ivana si assentano di "disanguatto" in cerca di torta e candeline mentre il resto del gruppo ammira il bellissimo centro medievale. Sul fiume Reuss coppie di cigni che amoreggiano e due ponti in legno. Ci soffermiano su quello illustrato dalle foto, adorno di fiori e decorato con affreschi sul timpano delle arcate.di copertura; peccato che solo alcuni sono stati recuperati dal recente incendio che lo ha distrutto. Dovunque ci giriamo incontriamo spose, tutte rigorosamente in abito bianco, a piedi, seguite dall'allegro codazzo di parenti e amici. La torta è stata finalmente acquistata e le candeline anche, ma nel dubbio che sia una torta-gelato viene celebrato il compleanno nella prima piazzola panoramica che troviamo sulla strada del ritorno per Interlaken; la candela non si accende per il vento, la nebbia ci impedisce di vedere il benchè minimo dettaglio di paesaggio, la torta non è gelato e non piace a nessuno, perdipiù minaccia di piovere ma noi non ci lasciamo scoraggiare e intoniamo la tradizionale cantata mentre un gruppetto di turisti ci guarda ridendo. Solo la sera a cena è stato consegnato il regalo e poi visita al centro storico di Interlaken in notturna. |
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23 Agosto - Svizzera -Jungfraujoch (top of Europe) |
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Oggi o mai più! Oggi, ...tanto più che la giornata è finalmente splendida, il ghiacciaio ci attende. Si comincia facendo i biglietti mentre il nostro cassiere storce la bocca per la spesa: ben 113 euro a capoccia. Il treno comincia il percorso in salita tra i verdi pascoli e la presenza maestosa del ghiacciaio a poca distanza. La prima sosta è a Wengen a quota 1274 mt. slm per il cambio di treno (ogni tragitto un colore diverso) e proseguire la salita fino a Kleine Scheidegg, quota 2061 mt. slm. da cui partono vari percorsi a piedi. L'ultimo tratto di ferrovia è una galleria lunga 7 km. scavata direttamente nella roccia, 2 soste ci consentono di ammirare il ghiacciaio da grandi finestroni anch'essi scavati direttamente nella parete rocciosa. Bene hanno fatto Moreno e Mariangela a fermarsi a Wengen perché l’altitudine comincia a dare noia e nonostante il vestiario a cipolla anche il freddo si fa sentire, soprattutto all'ultima tappa, quota 3454 mt. quando siamo entrati all'interno del palazzo di ghiaccio : le foto rendono l'idea di questo ambiente da fiaba dal pavimento sdrucciolevole. Ci avventuriamo anche sul ghiacciaio per le foto d'occasione intorno alla bandiera svizzera colpiti dalla particolarità di calpestare neve ghiacciata in pieno agosto e di potersi godere il panorama mozzafiato delle vallate circostanti fino a scorgere in lontananza la foresta nera. Recuperiamo per la strada del ritorno Moreno e consorte che si sono riparati dal sole in una tenda dei "SIUPPE" (neologismo fresco-fresco di Mariangela che è la più ganza di tutti); adesso che il sole ci scalda nuovamente ci sta bene anche un gelato e visto il bel tempo si decide di effettuare un tratto di discesa a piedi fino ad Alpiglen a circa due ore di distanza dove si riprende il treno per rientrare ad Interlaken. Anche Giovanni ha dovuto ammettere che la spesa è stata ampiamente ripagata, e così, stanchi ma felici, dopo una lauta cena, siamo andati a letto. |
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24 Agosto - Svizzera - Montreux (Lungolago, il castello di Chillon), Valle d'Aosta - Rhems Notre DameOggi tappa di trasferimento con ritorno in Italia, meta Val d'Aosta, passando per Montreaux. Ridente cittadina sul lago di Ginevra, centro turistico alberghiero con una particolare lungolago guarnito da aiuole che costituiscono un vero e proprio orto botanico fruibile dal pubblico. All'ora di pranzo ci siamo accomodati in una tavola calda ... con tanti saluti ai soliti, scontati panini. Proseguendo abbiamo visitato il castello di Chillon (vedi contributo fotografico) che costituì la residenza estiva della principessa Sissi. Il castello è ben conservato nel suo stile medievale e vi si accede da un ponte levatoio. Passiamo la frontiera attraversando il traforo del Gran San Bernardo (solo 7 Km. di lunghezza) facendo sosta nel primo autogrill che troviamo per sorbirci in pace un vero caffè italiano. |
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VALLE D'AOSTA Parco Nazionale Gran Paradiso -Rhems Notre Dame (24-28 agosto)Attraversando Aosta ci siamo diretti in Val di Rhemes fino a giungere in Rhemes Notre Dame, popolosissima città valdostana (130 abitanti frazioni comprese) che ci fa venire in mente la poesia Rio Bo “tre tetti, un campanile, un piccolo ruscello”, qui si parla un dialetto molto simile alla lingua francese.. e noi che si pensava di essere rientrati in Italia! La Valle è percorsa dalla Dora Rehmes che diventerà Dora Baltea e il nostro albergo è situato sulla riva sinistra, mentre la dependance Artemisia dove alloggiamo (vedi foto) si trova sulla riva destra, per cui passiamo molto tempo attraversando il fiume avanti e indietro; Luciano, poco convinto della sistemazione, si augura che non arrivi un diluvio “sennò si salta anche la colazione". |
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25 Agosto - Parco Nazionale Gran Paradiso - Valle Rhems Notre Dame (sentiero 13 rifugio Benevolo)Il tempo è incerto ma noi, imperterriti e diafani, diciamo "la giornata è propizia per l'escursione nell'alta Val di Rhemes e Gran Paradiso". Percorriamo in auto circa 5 Km. fino a trovare il cartello che indica la fine della strada da dove procediamo a piedi organizzandoci per il trasporto del pranzo (di nuovo al sacco) distribuito tra i vari zaini per ripartire il peso. Siamo attrezzati anche per il caso pioggia. Moreno è in ansia per la sua sinusite, quindi Luciano provvede prestandogli il berretto della foto, con tanto di sponsor, che lo rende più simile ad un marinaio di lungo corso piuttosto che ad un alpinista. Dopo una scarpinata di circa 2 ore e mezza arriviamo al rifugio Benevolo (2400 mt) costeggiando la Dora fino a vederne le sorgenti attraverso sentieri bellissimi che si incuneano tra gorghi e cascate di acqua generate sia dal fiume che dalle pareti rocciose dei due versanti della valle, in mezzo a flora di ogni tipo (fiori, lamponi, muschi e licheni, tundra) e fauna variegata (marmotte, corvi, mucche) che hanno ispirato ad Elvio quanto segue: "Ed ecco / che la benevola mano celeste / lascia cadere / fresca e dissetante / acqua ghiacciata / lungo le fessure che feriscono le montagne / per farla precipitare / fragorosa e scrosciante / nelle gole che portano a valle. Ed ecco / che l'arsura si mitiga / la prateria rinverdisce / la natura fiorisce / e la terra / e l'uomo / restituiscono allo sguardo vigile del cielo / una teoria infinita di colori / con un sorriso / che sa di gratitudine". Al ritorno, dopo essersi rifocillati al rifugio Benevolo, ci sorprende, ma manco tanto, la pioggia che affrontiamo armati di k.w. e ombrelli con passo spedito fino al parcheggio. Così stanchi, molli, ma felici .... |
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26 Agosto - Parco Nazionale Gran Paradiso - Valle Rhems Notre Dame (Introd - Les Combes i sentieri percorsi dal Santo Padre Giovanni Paolo II)SUI SENTIERI DI PAPA GIOVANNI PAOLO II - Il tempo sembra discreto perciò ci dirigiamo verso Introd (baluardo all'ingresso delle vallate di Rhemes e Valsavarance), il borgo conserva numerosi reperti storici come il ponte sulla Dora di Introd del sec. XIV. Il castello, attualmente di proprietà dei conti Caracciolo Agnelli, risale invece al sec. XII ed ha una forma ottagonale arrotondota, e insieme al Granaio, la Cascina e la Maison Bruil sono le costruzioni più antiche della città. In tutto il Comune si trovano i riferimenti ai vari soggiorni del papa. Proseguiamo per Les Combes, il villaggio a 1300 mt. dove alloggiava il papa e dove si trova la casa-museo. Alcuni cartelli indicano il sentiero fino al pianoro Crous Brouque (1.800) come il percorso del papa. "Se ce la faceva il papa, figuriamoci noi" è il motto dei vallettari che partono in quarta su per la pettata e si ritrovano presto spossati e con la lingua di fuori. Metà della compagnia torna decisamente sui suoi passi, quattro ardimentosi, memori delle istruzioni dell'albergatore che ha decantato la vista panoramica, osano continuare ignari di quanto li aspetta. L'unico che saltava come un grillo era Riccardo, gli altri hanno concluso l'ascesa a fatica e fermandosi come alle stazioni della Via Crucis. Giunti al pianoro abbiamo goduto dell'ampia visuale di tutta la Val d'Aosta, mica stiamo a parlà della Val di Paglia!!! I magnifici quattro hanno lasciato l'imperituro ricordo delle loro firme nell'apposito registro. Dopo un frugale pranzo la discesa è stata rapidissima perchè minacciava pioggia e i 4 + 4 di Nora Orlandi si sono ritrovati nell'unico barretto della zona a sorbire un buon gelato, un buon caffè e i racconti esagerati e un po' strampalati della barista che proponeva improbabili incontri con orsi e cinghiali nei lunghi e duri inverni della frazione. Poi si è scoperto che era zittella e forse alludeva a qualcos'altro di lungo e duro. E così stanchi (leggi Elvio) e contenti (leggi tutti) siamo tornati alla dependance. |
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27 Agosto - Parco Nazionale Gran Paradiso Cogne (cascate di Lillaz sentiero 12, Cogne Valnontey sentiero 22)La giornata è chiara e soleggiata direbbe il compianto colonnello Bernacca, proprio adatta all'escursione programmata. Cogne è una cittadina turistica, molto animata ed ariosa. La Chiesa con l'antica torre campanaria, ha un interno barocco e il pavimento interamente in tavolato. Il panorama è stupendo e si scorge il ghiacciaio del Gran Paradiso che domina la valle. A 5 km. ci dirigiamo verso Lillaz per visitare la grandi cascate. Il Monte Bianco ci appare in lontananza mentre ci inoltriamo all'interno del Parco geologico. Le cascate si sviluppano su tre gradoni con pozze e laghetti. Attirato dalla limpidezza dell'acqua Elvio si avventura in una pericolosa discesa tra massi e muschio per arrivare a lambire l'acqua; più pericolosa però si mostra la risalita per i ripetuti scivoloni. Dal ponticello sovrastante il gruppo guarda allibito Elvio abbrancato al sasso in maniera libidinosa senza capire se lo pomicia o se ha bisogno di aiuto. Parco X Parco x 3,14 ormai visitiamo anche il Parco di Valnontey, lungo il facile percorso faunistico lungo il fiume, lontano da ogni pericolo, ammirando volpi, stambecchi, marmotte, falchi e cavalli. Dopo cena, come consueto, grande sfida a Machiavelli? "M'arrangello" - direbbe Peppe - assistiti da un buon bombardino che riscalda cuore e orecchie. Luciano, specializzato in ruzze, a questo gioco risulta imbattibile. |
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28 AgostoSi fanno per l'ultima volta le valigie per il rientro a casa, fisicamente in autostrada ma con occhi e cuore sui monti. Alla prossima!!! |
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