Premessa
Quando si parte per una vacanza, la gioia di condividere con gli amici più cari momenti belli di relax, è sicuramente viatico di buona riuscita dell’iniziativa; ognuno farà un piccolo sforzo per far spazio alle esigenze dei compagni di viaggio, con la consapevolezza che un sorriso ed una attenzione dedicata all’altro, riceverà in cambio altri sorrisi ed attenzioni.
Viaggiamo tutti insieme con pulmino preso a noleggio, partenza 20 agosto 2019 di buon ora (5.30 / 6 ora di Luciano).
Puglia 2019
Ho intravisto una luce nei tuoi occhi! E ti dissi: Vieni con me, c’è un paradiso in terra che non hai visto mai, dove lascerai il cuore!
(Non sarà qualche disguido di organizzazione o qualche location non proprio idonea a sminuirne la bellezza)
L’Altopiano delle Murge, Il Salento, Il Gargano, L’Adriatico, Lo Ionio, in una parola “La Puglia”. Terre linde, accoglienti, calde, generose, ricche di arte, natura, cultura e tradizioni, da bere a piene mani. Per poi tornare al vissuto quotidiano con gli occhi umidi di gioia e l’animo colmo di estasi.
“Castel del Monte”
un “deja vu”, con piacere vissuto in replay, che, con le sue chiare pietre calcaree, ti proietta indietro nel tempo al XIII secolo, nel regno raffinato di Federico II. Misterioso connubio di arte, architettura militare, astrologia, matematica, epica. Le piante ottagonali delle torri e dell’intero sistema architettonico, con il numero “otto” ossessivamente ripetuto, indicano tendenza all’infinito, alla perfezione, e vogliono avvicinare l’uomo alla divinità.
“Trani”
e quel magnifico duomo, espressione superba di stile romanico pugliese, l’abside rivolta al mare, quasi a far da scudo alle cannonate saracene, che mai avrebbero dovuto deturparne la facciata ed il rosone illuminate di riflessi ocra e rosa dal sole al tramonto. E quella piazza immensa, un tappeto di marmo chiaro, lustro, steso sul terrazzamento del mare, con di fronte il prezioso palazzo della Corte d’Appello, a significare che in quella città, per primi, si è scritto il codice della giustizia e della navigazione.
“Bari Vecchia e San Nicola”
vicoli e labirinti in cui districarsi a fatica ma che ti fagocitano e ti rapiscono con i loro mercatini, piccoli negozi, caffè. La gente che siede sulla via, il vociare dei bambini, il richiamo dei commercianti, gli odori di spezie ed aromi che ti inebriano. Viuzze che si incuneano nel cuore della città e improvvisamente si spalancano nel piazzale della Basilica del Santo, anch’essa adagiata sul promontorio con le spalle al mare. La sobrietà delle linee architettoniche esterne, la lucentezza della pietra perfettamente levigata, nascondono all’interno la maestosità delle navate i cui archi sono sorretti da preziose colonne e capitelli, gli affreschi delle pareti ed i soffitti a cassettoni raccontano di una fede indefessa della popolazione che ha voluto così rendere omaggio al suo patrono “San Nicola Pellegrino”
“Alberobello” e i suoi “Trulli”
da vedere, da abitare, da vivere, (e noi vi abbiamo vissuto), per poter percepire quale simbiosi ci fosse, un tempo, tra vita rurale e vita di borgo. Interessante da visitare di giorno, incantevole da vedere di notte, affacciati al balcone della casa, per ammirarne il panorama illuminato. Dal poderoso Trullo Sovrano al più modesto dei Trulli, si rimane stupiti di come, con il sapiente restauro, si riesce a tramandare ai posteri una tradizione architettonica unica al mondo, funzionale alle nuove esigenze di vita. La folla immensa, che si assiepa sulle vie, lascia spazio agli artisti di strada che rendono magica, per adulti e bambini, l’atmosfera che si respira in giro.
“Grotte di Castellana”
ovvero cosa non è capace di creare la natura nelle viscere della terra. Goccia a goccia, calcare che si sovrappone a calcare formando un nugolo di stalattiti e stalagmiti che la fantasia dell’uomo assimila a sculture di animali, candele, torri, statue del presepe, in un camminamento infinito, che conduce alla “grotta bianca” dove la purezza delle concrezioni si manifesta nella piena lucentezza.
“Locorotondo”
piccola perla che ci accoglie con i suoi balconi fioriti, macchie di colori iridescenti che risaltano nel candore delle costruzioni e dei vicoli, da cui si dipartono erte scalinate per accedere alle abitazioni. Gli sguardi si incontrano e si specchiano nel lucido lastricato delle strade, prima di tuffarsi nel verde intenso della valle d’Itria. Un pranzo frugale e genuino ed un fresco gelato ci danno refrigerio nella canicola pomeridiana.
“Martina Franca”
città di alto rango, nella quale chiese e palazzi fanno bella mostra di sé. La piazza con il suo portico ogivale accoglie il residente ed il villeggiante con la familiarità di chi vive la vita con leggerezza. Un aperitivo “alcoolico”, lo “split”, (nuovo termine coniato per l’occasione) dà la carica alle “ragazze” e rasserena l’animo.
“Ostuni”
un colpo d’occhio eccezionale! Sali dal litorale e ti si presenta “la città bianca”. Il sole, appena velato, si spalma sui candidi muri delle case che riflettono ovunque lucentezza. Seduta sul pianoro che guarda al mare, si presenta con le sue gemme, la Concattedrale dall’immenso e stupendo rosone, il palazzo vescovile, il seminario e, scendendo per la via Cattedrale dove si affacciano i bei palazzi patrizi, si arriva al cuore della città: la piazza della Libertà con al centro l’altissimo obelisco che sostiene la statua del patrono Sant’Oronzo. Fervono i preparativi per la festa patronale che farà da richiamo per tutti glia abitanti del circondario e si preannuncia maestosa e partecipata per religiosità e tradizione.
“Lecce”
finalmente. Siamo venuti fin qui per ammirare il “Barocco Leccese” e non ne usciamo delusi. Certo l’arte sapiente di lavorare una pietra “dolce” e dalle cromature chiare, rendono queste opere d’arte dei veri e propri capolavori. Le nostre iridi si dilatano nell’ammirare: la raffinatissima e radiosa Basilica di Santa Croce, con l’annesso ex convento dei Celestini (ora Prefettura), Piazza Duomo, Piazza Sant’Oronzo ed i palazzi in stile, che fiancheggiano le ampie vie lastricate del centro illuminato a festa, che rendono la magnifica ed accogliente città salentina, un posto da favola. Incastonato nella piazza principale l’immenso anfiteatro romano, emerge dagli scavi ed è testimone di civiltà antiche perfettamente integrante nel moderno tessuto urbanistico. Il capoluogo si prepara per l’indomani, quando un’orda immensa lo invaderà per rendere omaggio al Santo, e le bancarelle di un mercato infinito, insieme alle luminarie, esploderanno in un tripudio di suoni, sapori e colori, unici da vivere.
“Otranto”
più ad est, in Italia, non si può. Qui vedi e tocchi con mano l’Albania e la Grecia, questo è un porto crocevia di civiltà che ha consentito gli incontri e gli scontri fra occidente ed oriente, ma ha anche sviluppato scambi culturali che hanno reso la cittadina cosmopolita. Qui hanno trovato rifugio ebrei, greci e profughi di ogni razza e religione. Qui il senso dell’accoglienza è sentimento diffuso e si traduce in cortesia ed ospitalità per il viandante. Le possenti mura Aragonesi e la Porta Alfonsina hanno permesso alla città di preservare nel tempo i suoi preziosi tesori: la Cattedrale, San Pietro, il Castello.
“La Penisola Salentina, la costa”
Chi trova un amico trova un tesoro e noi abbiamo incontrato Alessandro, una persona squisita e competente, cui va la nostra gratitudine, che ci ha condotto per mano alla scoperta di “perle e rarità” nel Salento.
Ed ecco, su sue indicazioni, i laghi di Alimini, Porto Badisco, Torre dell’Orso, Castro, Il Ciolo; luoghi ameni dove riposare la mente e ritemprare il corpo con bagni salutari in acque cristalline, prima di riprendere il cammino verso il profondo sud di Capo Leuca dal magnifico Sagrato del Santuario di Santa Maria e risalire nel versante ionico fino a Gallipoli, dove per ultimo tramonta il sole.
“La penisola Salentina, la Grecìa”
ovvero, cultura, tradizione, leggenda, arte, specialità, dell’interno del Salento, mix accattivante per palati raffinati. Qui la nostra “guida”, Alessandro, dà il meglio di sé e ci accompagna personalmente nel nostro itinerario. Attraverso un dedalo di strade, comunque agevoli, ci inoltriamo nel cuore della regione alla ricerca di “chicche” e particolarità che sfuggono al turismo di massa. Soleto, piccolo borgo messapico, racchiude, in stile tardo gotico, la Parrocchiale con la quattrocentesca maestosa “Guglia di Raimondello” che, distrutta dal demonio dicesi ricostruita in una sola notte dall’Angelo.
Corigliano D’Otranto, il cui Castello de’ Monti, di origini medioevali ma ristrutturato nel 1600, mostra una pregevole facciata in stile barocco che richiama quello leccese e che imprime all’intera opera un più signorile aspetto da palazzo patrizio. La foto di gruppo, scattata, è stata inviata ad Alberto che qui ha gli avi. Galatina che a tutti ha sciolto il cuore! Una città specchiata nell’arte e nella tradizione. Guardi dall’esterno la “Basilica di Santa Caterina d’Alessandria” con la sua facciata tricuspidale, il rosone ed il portale centrale finemente lavorati e ne resti estasiato. Entri all’interno del tempio e ammutolisci, colpito da ‘sì tanta bellezza. Se per l’architettura della Basilica, il mecenate dell’epoca (Raimondello Orsini del Balzo) si è avvalso dell’opera preziosa di maestranze locali, all’interno, per dare un’impronta indelebile agli affreschi ed all’intera opera, ha convocato artisti di scuola giottesca creando capolavori assoluti. Ogni settore, ogni riquadro, ogni angolo istoriato, raccontano storie bibliche ed evangeliche con tratto cortese, preciso, raffinato. Mentre osservi e vivi le varie fasi ed i vari cicli delle sacre scritture senti la commozione assalirti dall’interno ed inumidirti gli occhi. Per il viandante fedele, la sosta di preghiera al reliquiario della Santa. Poco distante, sulla piazza principale, visitiamo la “Chiesa Madre” dedicata ai Santi Pietro e Paolo e la vicina “Cappella di San Paolo” con il noto pozzo dove si effettuavano i riti per le “Tarantate” che ci riportano a: Melpignano il piccolo paese salentino che, nel piazzale del Convento degli Agostiniani, ospita ogni anno il concertone finale della “Notte della Taranta”, evento cosmico, un misto di tradizione popolare ed esoterica, che evoca la liberazione delle “Tarantate” dagli spiriti maligni.
“Il Gargano e Vieste”
Un lungo tratto di strada unisce l’estremo sud della Puglia al Gargano il cui ombroso promontorio è posto a nord della regione. Attraversandola con il pulmino non possiamo far a meno di annotare un paesaggio sconvolto e ferito dalla “zilella” che ha colpito distese di oliveti compromettendone il raccolto e stravolgendone l’economia. Giungiamo sul Gargano dove a fatica percorriamo le strade impervie ma che regalano scorci e vedute uniche di insenature e promontori a picco sul mare. La sovrastante Foresta Umbra mitiga il clima torrido. Arriviamo a Vieste nel pomeriggio, giusto in tempo per una visita al centro storico, animato e splendente, ai suoi monumenti, la cattedrale ed il castello, ai suoi vicoli, ai faraglioni, a Pizzomunno, con una vista notturna della città che ci ripaga del viaggio lungo ed impegnativo.
Ritorniamo a casa custodendo gelosamente nel cuore uno scrigno colmo di belle sensazioni. E di nuovo ho intravisto una luce nei tuoi occhi!
Pazienza per le sistemazioni, sulle quali glissiamo, certamente non all’altezza della qualità dei siti visitati.
Elvio
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